Quattro milioni di mine a pressione in dotazione, due milioni di mine a pressione radiate dal servizio, 450 mila mine ad azione estesa, 700 mila mine da esercitazione, 700 mila tra componenti, ricambi e accessori, un milione e mezzo di pezzi depositati presso alcune imprese. Totale: circa nove milioni di ordigni che il ministero della Difesa distruggerà entro il 2001 in base alla legge n. 374 del ?97, secondo le modalità individuate nello schema di decreto interministeriale messo a punto dal dicastero guidato da Beniamino Andreatta, di concerto con i ministeri degli Affari esteri e dell?Industria, e sottoposto al parere del Parlamento. Un?operazione di vaste proporzioni che dovrebbe prendere il via entro l?anno per concludersi nel 2001. A occuparsi della distruzione saranno la Direzione generale degli armamenti terrestri per la parte operativa e l?ufficio del Segretario generale del ministero della Difesa per il coordinamento. A quest?ultimo spetterà anche il compito di tenere un registro delle mine su cui annotare le operazioni. La distruzione sarà affidata, a seconda del tipo di ordigno, allo Stabilimento militare munizionamento terrestre di Baiano di Spoleto e a ditte private nell?ambito del programma di demilitarizzazione gestito dall?agenzia Namsa (Nato Maintenance and Supply Agency).
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